Le
organizzazioni studentesche nazionali hanno indetto per venerdì 12 ottobre una
mobilitazione per rimettere all'ordine del giorno il tema della scuola e del
sistema pubblico dei saperi.
Noi
saremo in piazza a fianco degli studenti. Vogliamo ascoltare le ragioni della
protesta e cercare di costruire una possibile alternativa alla prassi dei tagli
lineari e ad un sistema dei saperi basato sulla selezione e non sulla
diffusione delle conoscenze.
Hanno
propagandato la meritocrazia mentre tagliavano le borse di studio, ci hanno
spiegato che non è necessario andare all'università perché anche i lavori
manuali sono importanti e nel frattempo lavoravano per impoverire gli istituti
tecnici e professionali.
La
nostra generazione in Italia ha di fronte a sé un sistema produttivo che non
richiede saperi e conoscenza perché per competere nel mercato ha scelto si
svalutare il lavoro.
Dobbiamo
combattere una battaglia culturale, chiedendo per il mondo del sapere la
funzione guida per un modello di sviluppo diverso: sostenibile, equo e
intelligente.
Ogni
giorno sotto i nostri occhi crescono le diseguaglianze nelle scuole per colpa
di un sistema inefficiente che basa il suo modello didattico su teorie superate
e manualistiche, un sistema che ha abbandonato chi resta indietro perché
considerato immeritevole ed inutile alla società.
Il
Governo è cambiato ma, purtroppo, le forti aspettative che nutrivamo nei suoi confronti
sono rimaste disattese. Invece di invertire il segno delle politiche
dell’istruzione, il Governo ha concentrato i propri sforzi in battaglie
ideologiche e demagogiche: l’abolizione del valore legale del titolo di studio
e la denigrazione degli studenti fuori corso. Da una maggioranza di cui è parte
anche la destra non potevamo aspettarci altro. Tuttavia, è doveroso per chi si
candida a governare il Paese per una coalizione progressista, stare nei luoghi
del disagio della nostra generazione per costruire insieme il sistema
dell’istruzione per il futuro. Chi si candida a governare non può ripresentare
proposte fallimentari quali l’aumento dei costi per le famiglie e deve rifinanziare
la scuola, l’università e la ricerca, costruire un sistema produttivo che
valorizzi i saperi, ridistribuire le ricchezze. Queste sono le precondizioni
non solo per il valore di un movimento ma per il rilancio complessivo del
nostro Paese.
Saremo
in piazza con l’umiltà di chi sa ascoltare senza la pretesa di dare lezioni,
perché il tempo del riformismo dall’alto è finito, e la battaglia per una vera
riforma dei saperi non può fermarsi ora.
Costruiamo
dal conflitto della piazza il progetto che vogliamo per il futuro che ci
meritiamo.
Giovani
Democratici Milano Città
Giovani
Democratici Circolo universitario Antonio Greppi
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